L’uso del feticcio nella magia

Nell’affascinante mondo della Magia si parla spesso di feticcio e, nella maggior parte dei casi, vi si associa mentalmente interventi di Magia Nera. Ma è proprio così? Andiamo a scoprirlo.

Il feticismo

Se cerchiamo sui dizionari il significato di feticismo troviamo “ammirazione fanatica o idolatria”. Si tratta di una definizione rubata a Freud che, a sua volta,  la prese in prestito da un atteggiamento religioso di un’altra cultura e, attraverso il filtro antropologico europeo, lo applicò alla psichiatria. Questa definizione riduce al significato di idolatria un culto che con l’idolatria non ha nulla a che vedere, soprattutto se  si considera che l’oggetto venerato, il feticcio, è l’espressione materiale di Dio. Per capirci: a nessuno verrebbe in mente di definire idolatra un cristiano che bacia, tocca o accarezza il Crocifisso.

Cos’è il feticcio?

Nella Magia il feticcio è un oggetto che rappresenta il bersaglio di un intervento magico, può trattarsi di un intervento benefico o malefico. Quindi il feticcio si usa sempre nella magia bianca e nella magia nera. Il suo scopo è quello di rappresentare il soggetto vittima del rituale. Rappresenta quindi un mezzo, un tramite tra l’operatore e la vittima stessa.

Il feticcio in magia è uno strumento che si impiega per l’esecuzione di alcuni tipi di rituali. In particolare si usa in quella che viene definita “magia simpatica” ossia la magia che agisce per simpatia o similitudine. La magia simpatica si pratica, ad esempio, nei rituali voodoo (ad esempio con la bambola voodoo), ma anche nello wicca. Si usa quindi un feticcio o un’immagine che rappresenta la vittima del rituale per sortire l’effetto desiderato.

Esattamente come l’amuleto il feticcio è il ponte tra l’essere umano e il mondo soprannaturale, nonché la rappresentazione materiale di Dio.  Secondo gli animisti, l’uomo possiede gli strumenti innati per manipolarlo,  in quanto l’essenza di entrambi è costituita di puro spirito. 

Il feticcio (dal portoghese “feitiço”) è quindi l’oggetto più rappresentativo del culto animista, attraverso il quale viene resa possibile la comunicazione tra il mondo invisibile e quello terreno. Definirlo semplicemente oggetto è tuttavia riduttivo, perché  se il termine evoca qualcosa di statico e inanimato, la forza e il potere di cui è investito dimostrano che non è affatto un  qualcosa di inerte.

Come viene realizzato il feticcio

Può avere molteplici forme ed essere confezionato con svariati materiali: una statuetta di legno o argilla di varie fattezze, inclusa quella umana, semplice o adornata di chiodi, piume, fango, foglie, fili di cotone annodati, conchiglie, ossa, capelli, specchietti, cera o altre sostanze.

Ne esistono di moltissimi tipi, di sesso femminile o maschile, semplici o più elaborati, arricchiti con materiali minerali, vegetali, parti organiche umane, animali e oggetti diversi.  Anche gli elementi naturali (come alberi o pietre) possono essere feticci. In  questo caso si tratta di protezioni collettive appartenenti alle comunità, dei quali riti  si occupano persone designate. 

Colui che usa il feticcio, nella terminologia esoterica, è chiamato féticheur, ma lo si può definire anche hougan, mambo stregone o  bokon, proprio in funzione della tipologia di pratica magica che andrà a fare con il feticcio. Il féticheur adora il feticcio, lo prega, lo nutre, il tutto con lo scopo di esaudire il desiderio di un consultante.